Fare gioielli preziosi lucidando le pietre


Perché valorizzare le pietre locali

 

Nel panorama collezionistico italiano, la ricerca dei minerali negli ultimi decenni sta diventando una pratica via via più ristretta. Ultimamente però un maggior numero di amatori si sta affacciando sulla ricerca dell’oro ed in particolare questo diventa un incentivo importante anche per la ricerca dei minerali in senso lato. Infatti, a seguito di decenni di normative via via più restrittive per la ricerca dei cristalli lungo le vene in montagna (es. maggior numero di parchi naturali, aree vietate per la raccolta, strumenti vietati, etc.), i fiumi stanno diventando importanti centri di ricerca. Innanzitutto, il fiume è un naturale collettore. Grazie alle piene idriche, sposta i ciottoli presenti nel suo letto o alveo alluvionale, facendo una prima selezione per noi. Le rocce fragili semplicemente verranno frammentate ed erose in relativamente poco tempo. Invece, le rocce composte da minerali densi e resistenti, saranno scalfite con maggior difficoltà e si concentreranno formando degli arricchimenti. Come il metallo prezioso, cioè l’oro, viene concentrato in esigue quantità di sedimenti alluvionali dette “punte aurifere”, così anche alcune rocce si potranno trovare associate a questi contesti. In poche parole:

  • Il fiume erode, trasporta e sedimenta ingenti quantità di sedimenti alluvionali;

  • Il fiume seleziona nel corso degli anni i ciottoli più resistenti;

  • Il fiume concentra in località specifiche le rocce più resistenti e dense (es. punte aurifere).

giada piemontese tagliata a cabochon

 

Nella fotografia soprastante un campione di giada piemontese tagliata a cabochon e lucidata. Sotto da sinistra verso destra un campione di epidoto tagliato a cabochon ed a seguire una seconda varietà di giada e due opali australiani.

 

 

In questo contesto di ricerca opera il cercatore d’oro, il quale però viene a contatto durante le fasi di estrazione del sedimento aurifero, sia con le rocce, sia con potenziali gemme. Andremo nel corso di questo articolo ad indagare a fondo quando e come conviene dare un’occhiata a queste inaspettate risorse lapidee.

 


Dove e come cercare e trovare i “grezzi”

 

Alcuni minerali o rocce possono possedere un valore per il cercatore d’oro. Infatti, durante le fasi di scavo e setacciatura dei sedimenti auriferi, è conveniente stare attenti alla potenziale presenza di queste risorse lapidee. In particolare, si tratta di:

  • Ciottoli di un colore intenso verde oppure rossiccio (per esempio giade, metagabbri ed eclogiti). Alle volte si osservano pattern cromatici molto estetici (per esempio diaspri rossi, bianchi o neri);

  • Ghiaie che si trovano nel setacciato, cioè nel sedimento rimasto nel setaccio. In questo caso, si distinguono in ghiaie opache (frequenti) o trasparenti (molto rare). Le prime vengono lavorate a cabochon, le seconde nei casi più promettenti potrebbero venire sfaccettate.

  • Granuli che si trovano nel concentrato della canaletta. In questo caso, si tratta prevalentemente in Piemonte di granati, epidoti, etc. Questi “grezzi” sono tipicamente finalizzati alla sfaccettatura se la trasparenza lo consente.

Da un punto di vista del mero valore, un ciottolo tagliato a fette può essere interessante una volta che la superficie di taglio venisse lucidata. Il valore di una pietra preziosa sfaccettata tende ad essere diverse volte quello di una pietra tagliata a cabochon.

 

slabs

 

I ciottoli raccolti al fiume possono essere utilizzati per farne delle fette o comunemente dette “slabs”. La direzione di taglio migliore viene decisa attraverso i primi assaggi. Infatti, i minerali costituenti il ciottolo di solito sono posizionati secondo un ordine geometrico preciso e di conseguenza una particolare direzione di segagione può enfatizzarne il colore e la bellezza.


 

Cabochon e pietre sfaccettate

 

Come abbiamo visto finora, lungo gli alvei dei fiumi italiani è possibile trovare dei “grezzi”, cioè dei minerali o rocce che una volta lavorati adeguatamente, potrebbero fornire dei campioni da collezione. Le tecniche sono complesse e le macchine per queste lavorazioni sono costose. Nulla vieta però che il cercatore possa acquisire questi campioni al fiume e poi successivamente scambiarli con chi è capace di valorizzarli ulteriormente.

 

quarzo tagliato lavorazione di quarzo

 

Esempio di quarzo tagliato. Grazie alla sfaccettatura, i minerali trasparenti possono enfatizzare i giochi di luce al loro interno e quindi acquisire una bellezza maggiore.

 

 

Il Piemonte è una regione che in questi ultimi anni sta avendo un vero e proprio boom di nuovi cercatori d’oro e in minor misura di minerali. Alcuni amatori stanno anche acquistando attrezzatura per tagliare e lucidare rocce e minerali. Ecco che potenzialmente si sta creando un nuovo settore molto interessante anche dal punto di vista scientifico ed applicativo. La ricerca dei minerali preziosi parte dai fiumi. Infatti, ogni piena può fornire nuovi minerali grezzi ai cercatori. Ovviamente, solo le risorse più promettenti verranno lavorate, in quanto si necessiterà di tempo, risorse e materiali. Conviene spenderli solo per ottenere il massimo valore aggiunto. Tutto ciò avviene con un punto di vista prettamente amatoriale, quale consentito anche dalle legge regionale piemontese che vincola l’attività di raccoglitore di minerali a puro scopo collezionistico e scientifico. Nei prossimi mesi, vi porterò nuove ed interessanti applicazioni dei materiali lapidei che sto via via raccogliendo nel corso delle mie ricerche scientifiche. Dopo la lettura però di questo articolo, vorrei che vi rimanesse che non vi è solo l’oro di valore nei sedimenti alluvionali, conviene aguzzare la vista e l’ingegno anche per le gemme!

 

 

Copyright © 2024 Cercatorioroitalia.it - Sviluppato da IWS